Da più di due mesi il coronavirus RNA meglio noto come COVID 19 tiene testa a qualsiasi altra notizia di accadimenti nel Pianeta.
Il virus, variante di quello che provocò la SARS nei primi anni 2000, circola e si va estendendo in mezzo mondo, dalla città di Wuhan, nella provincia di Hubei della Cina.
Prime conseguenze e misure di contrasto
Finora sono circa 100.000 gli infettati e oltre 3000 persone sono morte a causa delle crisi respiratorie che il virus induce nell’organismo umano. Una epidemia che rischia di diventare una pandemia mondiale che preoccupa e intimorisce governi e popolazioni intiere, già messe in quarantena o indotte a comportamenti individuali prudenti, nell’intento di contenere la diffusione del virus.
Si sono approntate nuove e più efficienti strutture sanitarie nei diversi paesi , prima fra tutti in Cina, per fronteggiare l’evenienza più grave.
Molti contagiati guariscono spontaneamente, altri necessitano di accudimento, i più gravi vengono ricoverati nelle unità di terapia intensiva; una piccola percentuale, per lo più fra le persone anziane già malate per altre cause, muore.
Il virus, dicono gli scienziati, teme il caldo; con la primavera e l’estate si dovrebbe verificare una forte remissione dell’epidemia. Ma nell’emisfero sud del pianeta? Ad ogni modo è bene assumere bevande calde.
Il sentire diffuso è che Dio ce la mandi buona, che in definitiva di qualcosa si deve morire, ma rassegnarci no, la scienza ci darà la risposta efficace.
Domande con incerte e assai diverse risposte
Sembra acclarato, che il focolaio primigenio e più imponente si è sviluppato nella e attorno la popolosa città cinese di Wuhan.
Su cosa lo abbia scatenato non v’è altrettanto consenso.
Ho sentito dire che un ricercatore cinese aveva pubblicato su riviste scientifiche accreditate i risultati di un suo riuscito esperimento che consisteva nella ibridazione di virus RNA, del tipo coronavirus.
Parimenti, si sono diffuse notizie attorno al salto di specie fra animale e uomo dovuto alla consuetudine in Cina di cibarsi anche di animali selvatici che ospitano nel loro organismo i coronavirus; così, fra gli altri, pipistrelli, serpenti, ricci e pangolini starebbero alla base del contagio.
Comunque sia, sembra fondata la notizia che il governo cinese ha disposto la chiusura di circa 20 mila allevamenti di specie selvatiche destinate al consumo umano.
Epidemie causate da vibrioni, prioni, batteri, virus et similia hanno fatto nei secoli milioni di vittime fra il genere umano. Questa ultima aggressione di virus, definito “mostro” dal presidente cinese, verrà contenuta e respinta grazie alle adeguate misure e all’impegno congiunto dei ricercatori di tutto il mondo.
Messaggi rassicuranti da tutti i governi dei paesi contagiati, ove tuttavia si impongono o si chiedono comportamenti di sicurezza alle popolazioni.
Vengono chiuse scuole, fabbriche, vietati spettacoli e ricorrenze multidinarie sportive, religiose etc; imposte regole severe di accesso e di transito fra i Paesi, periodi di quarantena ove si appalesa un contagio e altre iniziative del genere.
Le popolazioni si premuniscono come possono con mascherine di ogni tipo; data la scarsità del prodotto occorrerà moltiplicarne la produzione; intanto si possono acquistare solo con prescrizione medica (vedi Francia).
L’economia mondiale recede e alcuni settori legati ad eventi internazionali ed al turismo rischiano il generale collasso .
Qualcosa di positivo c’è
Ma non tutto sembra andar male: fotografie satellitari sul territorio cinese dimostrano inequivocabilmente il miglioramento della qualità dell’aria e la riduzione delle immissioni nell’atmosfera della temuta CO2, ben oltre gli impegni assunti a Parigi.
Altra conseguenza inaspettata: le specie selvatiche sotto accusa di avviare il contagio, specie quelle a rischio sparizione (vedi pangolino) non dovrebbero essere più oggetto di caccia e fonte di speciale alimento, viste le conseguenze.
E’ una sorta di avvertimento agli umani da parte di semiorganismi nanometrici, di cui poco conosciamo se non la loro bella e colorata manifestazione ai microscopi elettronici.
Attività di ricerca
i ricercatori azzardano ipotesi su quali siano le specificità di questo virus, come si comporti con l’organismo umano, in definitiva quali siano le sue pretese; si potrebbero così approntare le difese contro quelle dannose. Se solo potessimo parlare con questo COVID 19!
Sono state tante le spettacolari e apparentemente contraddittorie scoperte sui modi d’essere di quel mondo così nascosto e impercettibile ,così pervasivo e determinante, ma è davvero difficile conoscere e addomesticare l’infinitamente piccolo… come l’infinitamente grande.
Nel frattempo, l’arte
Nel frattempo, per non perdermi la bellezza della composizione, del colore e della efficiente struttura del coronavirus, mi son posto al cavalletto e dal pennello è sorta una variante del coronavirus beneficiosa per il pianeta e gli animali inconsapevolmente grati per le avvertenze che quel semiorganismo ha dato, ancora una volta, all’umanità intiera, vale a dire che le regole di madre natura vanno rispettate e che anche il mondo infinitamente piccolo non è esente da reazioni violente se quelle regole vengono violate.
Marzo 2020
Caro Giuseppe, dopo la nostra telefonata ho letto attentamente il tuo scritto che ho molto apprezzato, il tuo dipinto spero di poterlo vedere in tua presenza, vi abbraccio forte e, coraggio, quando tutto sarà passato e sicuramente passerà brinderemo con la bottiglia che tengo in serbo per noi❤️❤️❤️
Caro Ercole, scusa per il ritardo nel risponderti. Agli apprezzamenti è bene che seguano confronti di idee; la fatica di metterle a fuoco sarà attenuata dall’ottima bottiglia. grazie