cielo e terra

Pensiero religioso e pensiero laico

“Il Nido”, una pellicola ispiratrice

La settimana scorsa la televisione spagnola TVE 2 ha mandato in onda un film degli anni ’80, El nido.

Le scene iniziali e finali si svolgono sulle note di rara armonia e di intensa spiritualità dell’oratorio di Haydn, la Creazione, nel duo di Adamo ed Eva i quali , nel paradiso terrestre cantano le lodi del Creatore: della tua bontà, Signore e Dio, sono pieni il cielo e la terra; il mondo così grande e meraviglioso è opera delle tue mani.

La musica di Haydn

La musica di Haydn aggiunge al film un “quid pluris” che lo rende indimenticabile.

Ho ascoltato l’intero oratorio, composto al finale del XVIII secolo su testo tratto dal Paradiso Perduto di Milton; ho riascoltato più e più volte il recitativo a due, contenuto nella III parte e ho letto nella biografia di Haydn che il musicista, profondamente religioso, prima di comporre l’oratorio si inginocchiava e pregava Dio di dargli la forza per completare l’opera.

Il musicista era già di 65 anni e vi lavorò per circa 2; unanime è il consenso sulla bellezza imperitura della musica contenuta nella Creazione di Haydn.

Riflessioni a confronto

Da qui mi è parso naturale riflettere se la stessa musica l’avrebbe potuta scrivere un musicista agnostico e laico.

Un amico che sa di musica e che si definisce agnostico mi ha testè detto che sì, che avrebbe potuta scriverla in un senso allegorico, poichè la sensibilità musicale prescinde dal tema.

Ha considerato che occorre distinguere fra fede e spiritualità, potendo mancare la prima e nel contempo esserci una grande inclinazione alla seconda. Inoltre, è importante il contesto culturale in cui il musicista vive.

Per converso, Mario Vargas Llosa, premio nobel per la letteratura, intervistato sul suo ultimo romanzo “ Cinco esquinas “ avverte che uno scrittore vive tutte le esperienze che descrive, si converte in assassino, vittima, amante… ancorchè debba prevalere quel certo controllo intellettuale, perchè il linguaggio si deve utilizzare molto attentamente.

Con la sola emotività, aggiunge, non potrai mai scrivere un buon romanzo; come pure se non ti cali con sentimento nella situazione che descrivi.

Domande

Quali sono allora, le componenti di una sensibilità religiosa e quali quelle di una attenzione laica? Trovano esse territori contigui ove esprimersi congiuntamente ?

Parametri distintivi- esemplificazioni

Provo ad indicare alcuni parametri distintivi, ricorrendo anche a delle similitudini volutamente sbrigative.

Pensiero religioso è immergersi nel mare e nuotare mirando alla spiaggia. Pensiero laico è tuffarsi nuotando verso l’orizzonte.

Pensiero religioso è farsi un bagno nella vasca piena di acqua alla temperatura desiderata. Pensiero laico è farsi la doccia entrandovi ponendo il miscelatore in una posizione approssimativa.
Può capitare che un’onda più forte ci costringa a cambiare modo di nuotare od anche una improvvisa mareggiata ci consigli di tornare alla riva; così pure che una irregolarità nell’apparecchiatura ci faccia uscire in fretta dalla vasca o chiudere la doccia.

Esperienze e circostanze conflittuanti o avverse, quando si ripetono possono portare a riconsiderare le scelte, le abitudini e gli stili di vita: il pensiero si modella nel corso dell’esistenza individuale e va adottando altri percorsi speculativi.
Il pensiero religioso presuppone l’ Essere supremo, un ordine generale su un insieme di regole per l’esistente che si accetta e si accoglie pur avvertendosi che non sarà mai possibile conoscerlo nella sua interezza dal momento che esso è l’espressione stessa dell’incommensurabile e dell’indicibile.

Da qui il ricorso all’ indispensabile atteggiamento e pensiero fideistico. Il pensiero religioso e l’atteggiamento fideistico sono profondamente interconnessi, specialmente laddove la presenza del divino, autodeterminatasi, si personalizza e quasi si sensorializza.

Il pensiero laico è strutturato “in itinere”, trae dall’esperienza proposte di condotta e incentivi a sperimentare tragitti individuali di conoscenze. E’ un pensiero incerto , pronto a retrocedere da percorsi che si siano dimostrati artefatti o dannosi. Nel pensiero laico l’agnosticismo è la base e su di esso si fonda il suo sviluppo.
Il pensiero religioso custodisce il sentimento dell’eternità e da esso è permeato quando si volge all’azione.

Il pensiero laico avverte il continuo divenire e adatta l’agire alle circostanze. Nel primo si fa strada l’assoluto, nel secondo il conseguibile e il relativo.

Il pensiero religioso esige l’appartenza e, per converso, ammette l’esclusione Nel pensiero laico la diversità e il dissenso sono abiti comuni di confronto e di accettazione degli altri.
Il pensiero religioso guarda alla scienza ed alle applicazioni tecnologiche con prudenza circospezione e ,talora, scetticismo; dà per certo che essa non potrà che convalidare le fondamenta e le aspirazioni umane nel suo percorso di conoscenze.

Il pensiero laico si attiva su ogni intuizione speculativa e appoggiandosi alle realizzazioni tecnologiche cerca di dipanare matasse di nuove, talora sorprendenti, conoscenze .

Il pensiero religioso si rivela nell’arte delle grandi e perfette realizzazioni, destinate ad uso multitudinario e celebrativo.

Il pensiero laico trova l’incanto e il sublime nell’arte più ad uso individuale e transitoria. Il senso del precario divenire non richiede l’ammirabile perfezione che risponde a canoni prestabiliti.

Definizioni distinte


Definirsi laico, agnostico, religioso o credente serve a prendere posizione nello scacchiere del tempo che ci è dato di vivere : v’è l’intento di dare consapevolezza o senso ad una irripetibile temporanea esperienza individuale e collettiva cui ognuno di noi è stato chiamato senza assenso; grati quando essa possa ancora viversi liberamente , con meraviglia e stupefazione.

In definitiva, non trovo del tutto retorico sottolineare che il pensiero laico e il pensiero religioso si intrecciano continuamente nella mente dell’uomo e lo spostano nelle direzioni ad essi proprie sia quando è chiamato ad agire, nel quotidiano sia nelle circostanze forti della vita; parimenti nelle espressioni sublimi delle scienze e delle arti.

Grazie Haydn

8 marzo 2016


Corollario: Il pensiero religioso si è avviato e costruito attorno alle idee di perfezione, di assoluto, di universale etc. Esso si è indirizzato, nel corso dei millenni, a meglio soddisfare le pretese domande toto includenti degli umani sulla propria esistenza e sull’universo visibile e sperimentabile.

Si sostiene oggi, non solo nei salotti buoni del pensiero critico e laico che l’uomo religioso è un retaggio dell’ignoranza e della conseguente trama di superstizioni.

Si evidenzia che l’uomo, riscattato dalla scienza e dalla tecnologia si è reso consapevole di quegli inganni contenuti nei messaggi delle religioni e si è avviato, senza necessità di ritorno al pensiero libero, critico e laico.

Ma a ben riflettere non è così: una possente, persistente religione ci possiede, fin dagli albori delle civiltà ed è quella che sinteticamente si ripete nel comandamento “non avrai altro dio fuori che me”. Ciascuno di noi è tendenzialmente l’assoluto, il perfetto etc.

Nella concezione iperbolica di se stesso l’umano ha dato ogni risposta ai propri desideri ed i mezzi sono stati via via adattati.

Uno dei più potenti, capace di assecondare e blandire aspirazioni e senso di pienezza è il denaro. In esso riponiamo fiducia e il nostro cuore; chi può dire che sia mai stato esente da queste sensazioni? Abbiamo anche stampato sul dollaro la nostra religiosa fiducia sul denaro.

Ed oggi anche la ricerca scientifica e l’applicazione tecnologica si inchinano religiosamente al denaro, il cui conseguimento, necessariamente fraudolento a misura che esorbiti le necessità del vivere individuale, segna il bisogno mai pacato degli umani di eccellere e di prevalere manifestamente.

Universale quanto effimera religiosità.

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